Una guida per prendersi cura del nostro pianeta
Un’iniziativa congiunta della Santa Sede e dell’Istituto per l’Ambiente di Stoccolma.
Tutto è collegato
Papa Francesco, Laudato si’ (91)
Dobbiamo urgentemente rinnovare il rapporto con il nostro pianeta.
Mentre la portata di questa sfida può sembrare scoraggiante, la buona notizia è che le risposte le abbiamo già – spetta solo a noi metterle in pratica.
Le pagine seguenti riassumono le argomentazioni su questioni che sono centrali in questo frangente. L’obiettivo è informare, dare speranza e stimolare il dibattito e l’azione.
Questa guida è il risultato di una collaborazione tra la comunità scientifica e spirituale, tra l’Istituto per l’Ambiente di Stoccolma e il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. Stabilisce fatti e soluzioni essenziali su argomenti chiave, insieme a consigli su come le comunità possono rispondere.
Si ispira alla seconda enciclica di Papa Francesco, “Laudato si’, sulla cura della casa comune”, che rintraccia le radici della nostra crisi ecologica nel consumo eccessivo e negli attuali modelli di sviluppo economico.
Queste questioni sono una priorità per Papa Francesco, la Chiesa cattolica e tutti i credenti, per la comunità scientifica e tutti i cittadini, pertanto tutti siamo chiamati a rispondere alla richiesta di salvaguardia e rinascita della nostra casa comune.
Il clima è un bene comune, di tutti e per tutti
Laudato si’ (23)
Stiamo vivendo una crisi climatica causata da sistemi economici e sociali che utilizzano i combustibili fossili. Senza una risposta di vasta portata, il clima che cambia minerà le condizioni che ci hanno permesso di prosperare nel nostro pianeta. Per affrontare questa crisi dobbiamo apportare cambiamenti fondamentali alle nostre economie e ai nostri comportamenti, modificare i nostri modelli quotidiani di consumo e promuovere la giustizia sociale. Ma gli strumenti di cui abbiamo bisogno per agire sono nelle nostre mani.
Un clima stabile sul nostro pianeta ha permesso all’umanità e alla natura di prosperare per migliaia di anni. Dalla Rivoluzione Industriale, nel XVIII secolo, le attività umane hanno prodotto quantitativi crescenti di gas serra che, intrappolando il calore solare, causa l’aumento della temperatura.
Questi gas sono prodotti bruciando carbone e petrolio per alimentare l’industria e i trasporti, e per fornire alle nostre case e ai nostri edifici calore ed elettricità. Rilasciamo anche gas serra attraverso l’agricoltura intensiva e la deforestazione.
Siccità, tempeste e inondazioni sono già più frequenti e gravi. La scarsità di cibo e acqua causa fame e conflitti. Il livello del mare si innalza: 150 milioni di persone attualmente abitano terre che saranno sommerse durante l’alta marea entro metà secolo.
Alcuni degli ambienti più ricchi di biodiversità, come le barriere coralline, sono stati danneggiati dal riscaldamento in maniera irreparabile . E i poveri del mondo, i meno responsabili del cambiamento climatico, ne sopportano le ingiuste conseguenze: tutti noi saremo colpiti.
Con un’azione drastica per eliminare rapidamente le emissioni di gas serra, possiamo limitare l’aumento della temperatura e prevenire le conseguenze più pericolose. Nel 2015, quasi 200 Paesi hanno firmato un accordo a Parigi per bloccare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi Celsius, ma non si è agito abbastanza velocemente. Il prossimo decennio sarà decisivo.
È necessario niente di meno che un cambiamento completo nelle nostre economie e società. Dobbiamo:
Poiché tutte le creature sono connesse tra loro, di ognuna dev’essere riconosciuto il valore con affetto e ammirazione
Laudato si’ (42)
L’industrializzazione, il consumo di massa e le trasformazioni in agricoltura hanno portato il mondo a un punto di rottura. Abbiamo causato un’estinzione di massa delle specie, dai mammiferi fino alle più piccole piante e batteri. È urgente invertire la rotta, salvaguardare gli ecosistemi che rimangono e ridare vita a quelli che sono stati danneggiati. Loro sono la base della nostra sopravvivenza e del nostro benessere.
Ecosistemi sani regolano il clima, assicurano acqua pulita e medicamenti, ripuliscono dall’inquinamento, impollinano le colture e offrono risorse naturali vitali. Innumerevoli mezzi di sussistenza dipendono direttamente dalla qualità degli ecosistemi. La natura è una fonte inestimabile di ispirazione per arte e conoscenza, così come per esperienze culturali e spirituali.
Ma quando industria, agricoltura e pesca invadono paesaggi un tempo incontaminati, essi finiscono per distruggere la ricchezza del mondo.
La vita vegetale e animale in acqua dolce è diminuita dell’84%. Le api e altri impollinatori diminuiscono, minacciando direttamente la produzione di importanti alimenti di base, frutta e verdura.
Senza un’azione sul clima e sulla deforestazione, la foresta pluviale amazzonica potrebbe trasformarsi in un paesaggio arido entro 50 anni. Il nostro suolo è seriamente minacciato: senza biodiversità gli ecosistemi non possono sopravvivere. Gli ecosistemi sani proteggono anche dalle conseguenze estreme dei cambiamenti climatici.
Cosa deve cambiare?
Con un’azione immediata per conservare e ripristinare gli ecosistemi possiamo riparare i danni alla natura. Dobbiamo proteggere e ripristinare gli habitat sulla terra e in mare. I diritti fondiari delle popolazioni locali e indigene, che hanno una conoscenza profonda e diversificata sull’uso saggio delle risorse naturali, devono essere rafforzati.
Dobbiamo cambiare il modo in cui produciamo e consumiamo cibo. Le pratiche agricole sostenibili possono sia fornire ristoro alla natura che aiutare ad affrontare i cambiamenti climatici. Mangiare meno carne e latticini e ridurre gli sprechi alimentari allevia la pressione sugli ecosistemi. E affrontare la crisi climatica impedirà anche un’ulteriore perdita di biodiversità.
L’accesso all’acqua potabile sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale
Laudato si’ (30)
Abbiamo l’obbligo morale di garantire che tutti abbiano accesso all’acqua pulita necessaria per soddisfare i bisogni umani fondamentali. Un numero crescente di persone non ha servizi efficienti di distribuzione dell’acqua, soprattutto i poveri. Potremmo invece garantire l’accesso all’acqua potabile sicura, ai servizi igienico-sanitari per tutti e l’uso sostenibile dell’acqua in agricoltura e nell’industria, trattandola come una risorsa preziosa, conservandola e gestendola in modo equo e sostenibile.
Sempre più persone non hanno acqua pulita per bere, lavarsi e irrigare i campi. Questo perché non c’è abbastanza acqua, o perché l’acqua disponibile è sprecata o inquinata. L’uso dell’acqua è raddoppiato rispetto al tasso di crescita della popolazione nel secolo scorso e più regioni stanno raggiungendo un punto in cui non ci sarà abbastanza acqua per i bisogni futuri delle persone.
Il cambiamento climatico sta anche causando carenze e siccità in alcune aree geografiche e inondazioni in altre.
Circa 4 mld di persone soffrono di grave scarsità d’acqua almeno un mese all’anno, specialmente nei paesi più poveri e nelle aree rurali. Le città in crescita in tutto il mondo affrontano gravi problemi idrici e spesso deviano il corso dell’acqua dolce dalle terre agricole. L’inquinamento idrico da pesticidi e fertilizzanti chimici è un grosso problema, mentre l’uso dispendioso dell’acqua e il riscaldamento globale minacciano anche le forniture.
Attualmente 3,6 mld di persone vivono senza servizi igienico-sanitari gestiti in modo sicuro e 1,7 mld non dispongono nemmeno di servizi igienico-sanitari di base. Questo provoca malattie mortali.
L’acqua va trattata come risorsa ormai scarsa e quindi preziosa. Dobbiamo usarne meno e in modo più efficiente. L’educazione alla salvaguardia dell’acqua è fondamentale per cambiare il modo in cui si usufruisce di questa risorsa.
Le pratiche di irrigazione dispendiose vanno ridimensionate. Dobbiamo ridurre l’inquinamento nei fiumi, nelle falde acquifere e nei mari riducendo l’uso eccessivo di fertilizzanti chimici e pesticidi in agricoltura.
Possiamo risparmiare risorse riciclando l’acqua piovana e le acque reflue, mentre tutelando le foreste possiamo proteggere i bacini idrografici e i fiumi. Il riscaldamento globale è causa della scarsità d’acqua: i problemi vanno affrontati insieme.
Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora
Laudato si’ (2)
L’aria pulita è un diritto universale. Eppure a livello globale 9 persone su 10 respirano aria che contiene alti livelli di sostanze inquinanti. Allo stesso tempo, l’inquinamento atmosferico contribuisce al riscaldamento globale e danneggia il mondo naturale. E i suoi effetti peggiori sono subiti dai poveri, specialmente nelle città. Molte delle azioni che possiamo intraprendere per ridurre l’inquinamento atmosferico non solo migliorerebbero la salute, ma porterebbero anche benefici per il nostro clima, la biodiversità e la qualità della vita.
I principali tipi di inquinamento atmosferico sono lo smog e la fuliggine. Questi sono rilasciati da veicoli a motore e dalle industrie per generare energia. Nelle città in rapida crescita, la combustione dei rifiuti è spesso un altro grande problema.
Respirare le particelle rilasciate da questi agenti inquinanti è un rischio per la salute di tutti. Essi sono causa di malattie cardiache, ictus e cancro ai polmoni. Le persone nei Paesi a basso e medio reddito sono particolarmente esposte.
Almeno 3 milioni di persone muoiono ogni anno per l’inquinamento dell’aria al chiuso, principalmente a causa del fumo di carbone, del legno e del letame.
Quando si bruciano questi combustibili per cucinare o riscaldare le case, vengono rilasciati inquinanti pericolosi, come piccole particelle e monossido di carbonio, che danneggiano la salute di tutti i membri di una famiglia, in particolare, delle donne e dei bambini che spesso trascorrono più tempo a casa. Malattie respiratorie, cancro e problemi agli occhi sono le malattie più comuni causate dall’inquinamento dell’aria interna.
Cosa deve cambiare?
Sono disponibili tecnologie per ridurre le emissioni delle industrie e dobbiamo cambiare i nostri sistemi dei trasporti, dell’energia e della gestione dei rifiuti. Nelle città, trasporti pubblici più efficienti e reti pedonali e ciclabili, oltre al passaggio ai motori elettrici, ridurrebbero l’inquinamento causato dai veicoli. Il passaggio dai combustibili fossili all’energia solare, eolica o idroelettrica per generare energia è decisivo.
La combustione dei rifiuti può essere evitata riducendoli, separandoli e riciclandoli. Le persone devono avere accesso a fonti di energie rinnovabili per riscaldarsi e illuminare le loro case.
Vi è una grande varietà di sistemi alimentari agricoli e di piccola scala che continua a nutrire la maggior parte della popolazione mondiale
Laudato si’ (129)
Il modo in cui produciamo e consumiamo cibo è intimamente connesso con il mondo che ci circonda e con i cambiamenti climatici, la biodiversità, l’uso dell’acqua e l’inquinamento. L’agricoltura fornisce sempre più materie prime per l’industria e le infrastrutture. Con la crescita della popolazione mondiale, dobbiamo garantire la sicurezza alimentare per tutti e salvaguardare gli ecosistemi che sono il fondamento stesso dell’agricoltura.
La crescente domanda di cibo nella seconda metà del secolo scorso ha portato a massicci cambiamenti nell’agricoltura. Questo modello è stato caratterizzato dalla meccanizzazione, da nuove varietà di colture, da pesticidi chimici e da fertilizzanti sintetici. Inizialmente, questi metodi hanno portato a un aumento delle quantità dei prodotti, ma per molti versi il sistema è ora insostenibile.
L’agricoltura intensiva ha avuto impatti ambientali e sociali diffusi e devastanti. Molti alimenti unici e varietà di colture sono andati persi, e con essi legami di cultura in cui il cibo gioca un ruolo vitale.
C’è un aumento della fame in 70 dei Paesi più poveri, mentre un terzo del cibo va sprecato. L’agricoltura intensiva si basa in gran parte sui combustibili fossili, ha trasformato ricche foreste in terreni agricoli ed è responsabile di circa un terzo delle emissioni di gas serra.
Le tecniche dell’agricoltura intensiva alterano il suolo fertile e la biodiversità, e così minano la capacità delle generazioni future di coltivare cibo a sufficienza. Lo spostamento di agricoltori locali e indigeni porta alla perdita delle abilità e conoscenze che essi possedevano.
Un mondo più caldo danneggerà i raccolti e gli ecosistemi, quindi dobbiamo agire sul cambiamento climatico. Evitare lo spreco di cibo ridurrebbe il consumo di risorse e darebbe da mangiare a più persone. Scegliere diete con meno latticini e carne diminuirebbe sia l’impatto sulla terra che le emissioni di gas serra.
In pochi anni, i metodi dell’agricoltura ecologica possono rinvigorire i terreni degradati, fornire spazio alla natura, proteggere i suoli e ridurre l’emissione di carbonio. Le piccole aziende agricole producono ancora la maggior parte del cibo mondiale e questa diversità è vitale: i produttori locali e indigeni detengono conoscenze uniche che sono fondamentali per il futuro dell’agricoltura.
Il mondo del consumo esasperato è al tempo stesso il mondo del maltrattamento della vita in ogni sua forma
Laudato si’ (230)
Il consumismo sempre crescente e i modelli industriali di produzione stanno generando gravi conseguenze sul mondo naturale, in termini di cambiamenti climatici, inquinamento e uso sconsiderato delle risorse naturali. Gli attuali livelli di consumo, soprattutto da parte dei ricchi, non possono essere sostenuti: sarà vitale ridefinire i valori culturali e muoversi verso pratiche circolari e rigenerative nell’economia.
Dal 1970 consumiamo più di quanto il pianeta possa tollerare. Inoltre, l’80% delle risorse mondiali è utilizzato solo dal 20% della popolazione.
I modelli di produzione e consumo nel mondo industrializzato spogliano la Terra delle sue risorse naturali, come foreste, pesci, minerali e acqua. I modi dispendiosi in cui produciamo e consumiamo beni sono anche altamente inquinanti e danneggiano la salute delle persone e degli esseri viventi, contribuendo anche al riscaldamento globale.
I rifiuti di plastica sono un sintomo particolarmente grave del consumo eccessivo di risorse. Ora potrebbero esserci più di 5 trilioni di pezzi di plastica – dai pezzi più grandi alle cosiddette microplastiche – galleggianti nei nostri mari, che hanno effetti devastanti sulle specie marine e sulla biodiversità. Particelle di microplastica si fanno strada nel nostro cibo, nell’acqua e quindi nelle nostre vene.
La metà di tutte le materie plastiche sono state prodotte negli ultimi 15 anni e la produzione è in crescita. In ogni fase del suo ciclo di vita, la plastica può danneggiare la nostra salute.
Dobbiamo andare oltre i sistemi di consumo e di scarto, dobbiamo adottare approcci circolari che funzionino entro limiti ecologici. Questo significa riutilizzare, riciclare e condividere materiali e prodotti.
I governi devono fare di più per rendere le aziende responsabili dell’impatto delle loro attività e delle catene di distribuzione. Devono inoltre aiutare i consumatori a compiere scelte sostenibili, ad esempio, attraverso una tassazione mirata e la richiesta di un’etichettatura più chiara delle merci. Le famiglie e le imprese dovrebbero anche assumersi la responsabilità di come smaltire i loro rifiuti.
Fondamentalmente, dobbiamo trovare alternative alla crescita economica basata sul PIL, che è il motore centrale dell’aumento del consumo di beni e servizi.
Un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente
Laudato si’ (49)
La giustizia sociale e i diritti umani sono parte integrante di tutte le questioni ambientali più urgenti di oggi. Coloro che contribuiscono meno al danno ambientale spesso ne subiscono gli effetti peggiori. Anche l’equità e la giustizia sono al cuore delle soluzioni. Non possiamo risolvere il riscaldamento globale, ad esempio, senza chiederci chi ne sia più responsabile. E i diritti delle donne devono assumere un ruolo fondamentale: quando le donne sono istruite e responsabilizzate, vediamo migliori risultati sull’ambiente.
L’uso eccessivo delle risorse naturali da parte delle nazioni industrializzate porta i paesi più poveri a pagare un prezzo eccessivo per la crescita del mondo più sviluppato. Il cambiamento climatico ne è un chiaro esempio: i paesi più ricchi sono quelli maggiormente responsabili, ma sono i poveri e gli emarginati a subire gli impatti peggiori.
Anche biodiversità e agricoltura sono legate a giustizia e uguaglianza. I diritti alla terra dei popoli che ne sono stati a lungo amministratori – piccoli agricoltori e popolazioni indigene – sono stati spesso ignorati.
Le conseguenze della crisi climatica, come l’innalzamento del livello del mare, le condizioni meteorologiche estreme e i raccolti più bassi, influenzeranno maggiormente i poveri. Entro il 2050, oltre 140 milioni di persone in America Latina, Africa sub-sahariana e Sud-Est asiatico potrebbero essere costrette a migrare.
Tutti hanno diritto all’aria e all’acqua pulite, eppure, i poveri delle città in rapida crescita ne sono molto spesso privati e sono più esposti all’inquinamento. I giovani dovranno convivere con le conseguenze delle scelte fatte oggi, quindi dovrebbero poter contare di più.
Mentre ci impegniamo a ridurre le emissioni di gas serra, dobbiamo rafforzare la resilienza della comunità rispetto agli impatti dei cambiamenti climatici, specialmente in relazione ai soggetti più vulnerabili. Possiamo ripristinare e conservare gli ecosistemi, costruire infrastrutture per proteggerci dalle mareggiate e dall’innalzamento del livello del mare e sviluppare colture resistenti alla siccità.
Allontanandoci da un’economia di combustibili fossili, dobbiamo garantire una “transizione equa”, che offra sicurezza e opportunità a coloro che rischiano di subire degli svantaggi dal cambiamento. Sostenere con forza la giustizia ecologica è vitale per costruire un mondo equo.
Molte cose devono riorientare la propria rotta
Pope Francis, Laudato si’ (202)
Non siamo separati dal pianeta che condividiamo con altre forme di vita; siamo intimamente legati ad esso e quindi siamo anche responsabili della sua cura. Questa verità deve essere riconosciuta per affrontare le sfide del periodo critico che stiamo affrontando. Ciò che è a rischio non è altro che il diritto dei nostri figli a un clima sicuro, ad acqua e aria pulite, a cibo sufficiente e alla sicurezza fisica, e a godere delle meraviglie di un pianeta ricco di vita.
Non possiamo superare le crisi gemelle del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità, né superare l’inquinamento, il degrado delle risorse, la povertà e l’ingiustizia, senza trasformare modelli obsoleti di comportamento, cultura ed economia. Dobbiamo andare oltre una relazione di sfruttamento con il nostro pianeta, e favorirne una basata sulla gestione e la cura. Mentre tale transizione è già iniziata, la gravità della situazione richiede un’azione più consistente.
Le persone e le comunità devono unirsi per garantire che coloro che prendono decisioni e detengono maggiore responsabilità e potere comprendano che agire avendo cura dell’ambiente è una priorità per i popoli che loro guidano e di cui sono ritenuti responsabili.
Questo momento di crisi è invero un’opportunità: possiamo rinnovare il nostro rapporto con il pianeta in modo non solo da sopravvivere, ma anche da prosperare e progredire.
Dio Onnipotente,
che sei presente in tutto l’universo
e nella più piccola delle tue creature,
Tu che circondi con la tua tenerezza
tutto quanto esiste,
riversa in noi la forza del tuo amore
affinché ci prendiamo cura
della vita e della bellezza.
Inondaci di pace, perché viviamo come fratelli e sorelle
senza nuocere a nessuno.
O Dio dei poveri,
aiutaci a riscattare gli abbandonati
e i dimenticati di questa terra
che tanto valgono ai tuoi occhi.
Risana la nostra vita,
affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo,
affinché seminiamo bellezza
e non inquinamento e distruzione.
Tocca i cuori
di quanti cercano solo vantaggi
a spese dei poveri e della terra.
Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,
a contemplare con stupore,
a riconoscere che siamo profondamente uniti
con tutte le creature
nel nostro cammino verso la tua luce infinita.
Grazie perché sei con noi tutti i giorni.
Sostienici, per favore, nella nostra lotta
per la giustizia, l’amore e la pace.
Papa Francesco, Laudato si’ (246)
L’Istituto per l’Ambiente di Stoccolma è un’organizzazione internazionale no-profit di ricerca che affronta le sfide dell’ambiente e dello sviluppo.
Il Dicastero, un dipartimento del Vaticano, assiste i rappresentanti e i membri della Chiesa cattolica nel promuovere lo sviluppo umano integrale e la cura della nostra casa comune.
Nella Laudato si’, Papa Francesco ci invita a sviluppare una “consapevolezza amorevole” di questa casa che condividiamo e ad agire sui valori che ci sono cari (Laudato si’, 220).
La Piattaforma di Azione Laudato si’ si ispira alla visione ecologica integrale della Laudato si’. La Piattaforma consente a comunità, istituzioni e gruppi di diventare il cambiamento che vogliono vedere nel mondo nell’attuale era di emergenza planetaria. Per saperne di più su cosa potete fare per realizzare un cambiamento positivo.
Visita il sito della Piattaforma Laudato si’ : piattaformadiiniziativelaudatosi.org
Questa pubblicazione era originariamente prevista come una brochure cartacea di 20 pagine.